VII edizione di “Shipping and the Law” e Marina militare

Da domenica 23 a giovedì 27 ottobre la fregata Carlo Margottini della Marina Militare sosterà al molo Angioino del porto di Napoli, in occasione della VII edizione di “Shipping and the Law”.

Un appuntamento internazionale che si svolgerà presso il complesso di Suor Orsola di Benincasa e che riunisce i vertici mondiali del settore marittimo per confrontarsi sul futuro dello shipping. Quest’anno la sessione di apertura del 25 ottobre ospiterà l’intervento del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano, che illustrerà “il ruolo della Marina Militare in uno scenario internazionale”.

La fregata Margottini, flag-ship dell’Operazione Mare Sicuro fino al prossimo 4 novembre, è frutto del programma di cooperazione internazionale Italo-Francese FREMM (Fregate Europee Multi Missione), insieme alle navi della stessa classe Bergamini, Fasan, Carabiniere e Alpino. Le FREMM sono navi moderne ed economiche in grado di operare in contesti multinazionali per l’assolvimento di operazioni antiterrorismo, di sorveglianza e interdizione dei traffici illeciti, di controllo dell’immigrazione clandestina, assistenza umanitaria e di soccorso in caso di calamità naturali.

In occasione della sosta, l’Unità sarà aperta al pubblico per le visite a bordo nei seguenti orari:

  • Domenica 23  dalle ore 14.30 alle ore 18.30;
  • Lunedì 24       dalle ore 09:00 alle ore 12:00;
  • Martedì 25     dalle ore 16.00 alle ore 18.30;

Mercoledì 26   dalle ore 09.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle ore 18.30.

 

Link: http://www.reportweb.tv/vii-edizione-di-shipping-and-the-law-e-marina-militare/

InforMARE – Oltre 200 rappresentanti di primo piano del settore marittimo partecipano a Napoli a “Shipping and the Law”

informare

 

26 ottobre 2016

Due giorni di discussioni tra armatori, banchieri, produttori di tecnologie ed esperti di finanza
Oltre 200 tra armatori, avvocati marittimisti, banchieri, gestori di fondi di investimento, broker e altri operatori del settore marittimo provenienti da tutto il mondo sono convenuti ieri all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli per la settima edizione di “Shipping and the Law”, l’appuntamento annuale, che proseguirà anche nella giornata di oggi, che è organizzato dallo Studio Legale Lauro con lo scopo di fare il punto sullo stato dell’arte della navigazione e dell’armamento e per guardare alle prospettive in termini economici, normativi e tecnologici.
Quest’anno sono stati introdotti due nuovi temi: uno – ha spiegato Francesco S. Lauro, ideatore dell’iniziativa annuale – è «l’uso dei big data nello shipping e tenteremo di delineare uno stato dell’arte dei mercati petroliferi, con esperti e operatori provenienti da tutto il mondo. Inoltre ci sarà una simulazione di arbitrato e mediazione interpretata da alcuni tra i più famosi arbitri, avvocati e mediatori internazionali. Un altro obiettivo “collaterale” di Shipping and the Law – ha precisato Francesco S. Lauro – è anche quello di mettere in luce per gli ospiti internazionali le parti più suggestive di Napoli: quest’anno è la volta del bellissimo complesso monastico di Suor Orsola Benincasa, oggi università, di cui grazie al rettore Lucio D’Alessandro la manifestazione è ospite, e della Certosa di San Martino, in cui si svolge la serata di gala».
Tanti i partecipanti alla due giorni di conferenza Emanuele Grimaldi, presidente di Confitarma, e Esben Poulsson, presidente dell’International Chamber of Shipping (ICS). «Lo shipping – ha osservato quest’ultimo – è un business globale e quindi per non creare svantaggi competitivi per gli armatori le regole devono essere il più possibile armonizzate a livello internazionale. L’Italia, da questo punto di vista – ha rilevato Poulsson – sconta delle regole specifiche che rendono per gli italiani più difficile la competizione».
Tra i temi principali dell’evento c’è anche quello delle emissioni di CO2 delle navi. A tal proposito il presidente della Confitarma ha sottolineato che «gli armatori sono gli imprenditori che hanno fatto di più per la riduzione delle emissioni di CO2. Basti pensare – ha spiegato Grimaldi – che il 90% di tutte le merci che si muovono nel mondo si muovono sulle navi tra container, bulker, tank, trasporti ro-ro, ma per emissioni di CO2 lo shipping pesa soltanto il 2,2%. Poi – ha concluso – se nel mondo si decide di tassare le emissioni si faccia, ma questa tassazione deve avvenire per tutti i comparti del trasporto, non solamente per le navi».
Partecipano inoltre all’incontro, tra gli altri, Efthimios Mitropoulos, segretario generale emerito dell’International Maritime Organization (IMO), Paolo d’Amico, presidente dell’omonimo gruppo, Emanuele Lauro, amministratore delegato del gruppo Scorpio, e Stefano Messina, amministratore delegato del gruppo Messina. A loro si aggiungono l’ammiraglio di squadra Donato Marzano, comandante in capo della squadra navale della Marina Militare Italiana, e Juan Riva, amministratore delegato di Suardiaz Group e già presidente dell’European Community Shipowners’ Associations (ECSA)

Link: http://www.informare.it/news/gennews/2016/20161431-Napoli-7-edizione-Shipping-and-the-Law.asp

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PRESSMARE – Shipping and the Law: il Mediterraneo ospita il 18,7% delle crociere del mondo

press mare

 

Press Mare, 26 ottobre 206 – L’impatto economico delle crociere in Europa è di 17 miliardi di euro, una cifra che vede la  ricaduta maggiore sull’Italia, dove il peso del settore sul suo Pil tocca quota 4 miliardi di euro. Nel 2015 30 milioni di crocieristi hanno navigato nel Mediterraneo e di questi la quota più consistente, undici milioni, ha scelto di fare tappa in Italia. Sono questi alcuni dei dati emersi oggiAggiungi un appuntamento per oggi nel corso della seconda e ultima giornata della VII edizione di Shipping and the Law, in corso a Napoli, organizzato da Francesco Saverio Lauro.

In primo piano, nella sessione di apertura, c’è stato infatti il mercato crocieristico con la partecipazione delle tre maggiori compagnie che operano nel Mediterraneo: Msc, Costa e Royal Carribean. “Il Mediterraneo – ha spiegato Leonardo Massa, country manager per l’Italia di Msc – è l’area di core business per noi e infatti la nuova ammiraglia Msc Meraviglia viaggerà proprio qui dal giugno 2017 con le sue crociere di sette giorni. Siamo sempre attenti agli eventi geopolitici che spesso ci costringono a variare le rotte, ma siamo anche pronti ad accettare nuove sfide, come quella che dal 2017 ci porterà a Saranda, in Albania”. Tra i temi emersi anche la correlazione diretta, espressa attraverso i dati di Banca d’Italia, tra dotazione infrastrutturale degli scali e movimentazione dei passeggeri delle crociere, un tema che ha spostato il confronto anche sul porto di Napoli che nel 2017 dovrebbe perdere 300.000 crocieristi: “L’Italia – ha sottolineato infatti Karina Santini, manager per lo sviluppo dei porti del Med di Royal Carribean – è un asset strategico per la nostra compagnia, ma temiamo le dinamiche difficili della catena di soggetti coinvolti nei luoghi su cui investiamo. Nel Mediterraneo il settore cresce ma devono crescere anche le infrastrutture e i porti per poter accogliere i turisti, per questo abbiamo bisogno di un interlocutore valido e deciso che abbia iter sicuri, tempi certi”. Un’esigenza a cui ha risposto Ivano Russo, del Ministero delle infrastrutture: “Con la riforma che stiamo attuando – ha spiegato – non avremo più 24 porti che vanno in giro per il mondo a presentare offerte risibili agli occhi dei grandi operatori internazionali di merci e passeggeri, ma potremo competere meglio in un quadro di coordinamento nazionale.  Stiamo lavorando anche sulle infrastrutture, come a Palermo, dove dopo vent’anni abbiamo posto le precondizioni per costruire il terminal crociere, ma anche a Civitavecchia dove il mese prossimo partono i lavori per il nuovo terminal e lavoriamo anche per migliorare i porti di Livorno e La Spezia, senza dimenticare le nuove destinazioni: nel 2017 anche Taranto avrà i primi attracchi di crociere”.

Una delle prospettive per Napoli potrebbe essere anche quella di “proseguire il lavoro iniziato alla fine degli anni ’90 – ha spiegato Francesco Saverio Lauro – quando da presidente dell’autorità portuale aprii la zona del Beverello alla città, aprimmo la darsena Borbonica e iniziammo i lavori sul molo San Vincenzo per creare un approdo per grandi yachts e piccole navi da crociera. Il lavoro che avviai doveva proseguire anche con le indicazioni di Stefano Boeri comprendeva anche attività ricreative e per il tempo libero che avrebbero vivacizzato l’area portuale turistico-passeggeri sita ad occidente del porto per 16 ore al giorno e che potrebbe essere ripreso perché lo scalo sia sempre più strettamente legato alla città”. E la necessità di un rapporto più stretto con le città-scalo è stato sottolineato anche da Massimo Brancaleoni, vicepresidente di Costa Crociere: “La misura del valore dell’impatto delle crociere su un territorio non si misura solo in scali, ci sono margini enormi da sfruttare su quanto spendono i turisti una volta sbarcati. Per questo abbiamo sviluppato partenership come quella di Napoli con il Museo di Capodimonte. Napoli deve però ancora arricchire il bouquet delle esperienze da proporre ai crocieristi”. Sul tema, l’assessore al mare del Comune di Napoli Daniela Villani ha lanciato l’idea di “un tavolo tra l’amministrazione comunale e gli operatori delle crociere e gli altri attori coinvolti per un’offerta sempre migliore. Penso allo scalo come una prima vetrina di Napoli, coinvolgendo le nostre eccellenze come ad esempio gli artigiani di San Gregorio Armeno, sia alla stazione Marittima che ai vicini giardini di Molosiglio”.

E la necessità di un rapporto più stretto con le città-scalo è stato sottolineato anche da Massimo Brancaleoni, vicepresidente di Costa Crociere: “La misura del valore dell’impatto delle crociere su un territorio non si misura solo in scali, ci sono margini enormi da sfruttare su quanto spendono i turisti una volta sbarcati. Per questo abbiamo sviluppato partenership come quella di Napoli con il Museo di Capodimonte. Napoli deve però ancora arricchire il bouquet delle esperienze da proporre ai crocieristi”.

 

La seconda giornata di Shipping and the Law ha poi preso in esame anche le trasformazioni tecnologiche in atto nel confronto su “Shipping e Big Data in the Era of Digitalization”, che ha trattato del crescente uso della gestione di dati digitali e analisi delle prestazioni a distanza, con particolare riferimento alla sicurezza informatica e alla proprietà dei dati nello shipping. Presieduta dall’esperto del settore Philippe Holthof e dal presidente di ATENA-Associazione Italiana di Tecnica Navale Alberto Moroso, vedrà gli interventi di Carmelo Cartalemi, Senior Engine Portfolio Manager di Winterthur Gas & Diesel, e Mikael Sandberg,  Wärtsilä Digitalization Team Member e, tra i panelist: il CEO LGR di Navigazione Leonardo Rondinella, il CEO di Perseveranza SpA di Navigazione Umberto D’Amato;Marcel van Haaren, Senior Sales Manager di Alfa Laval Exhaust Gas Cleaning; Luigi Abbruzzese, Innovation Manager IEMLab e Alessandro Pescetto, Sector Manager Marine Software Solutions and Ship Performance Monitoring di Rina SpA.

I lavori della mattinata sono terminati con la sessione “Looking to the Future”, presieduta dal presidente del Gruppo Giovani Armatori di Confitarma Andrea Garolla di Bard. Alla discussione sulle prospettive dello shipping e le sfide nel futuro per le nuove generazioni di armatori hanno partecipato: il decano degli armatori italiani Peppino D’Amato, presidente diPerseveranza SpA di Navigazione; Giacomo Gavarone, commercial manager di Rimorchiatori Riuniti S.p.A; Lorenzo Matacena di Caronte & Tourist; Yannis Triphillis.

I lavori si concluderanno infine nel pomeriggio di mercoledì con una mock mediation e una mock arbitration, ovvero la simulazione di una mediazione e di un arbitrato marittimo, con un collegio arbitrale d’eccezione di cui faranno parte il presidente della LMAA-London Maritime Arbitrators’ Association Clive Aston e il suo past president Christopher Moss e il noto solicitor londinese Peter Jago, partner MFB,  mentre il ruolo di mediator sarà interpretato da Jonathan Lux, mediatore di Stone Chambers. Le parti saranno interpretate da Leonardo Rondinella, CEO di LGR di Navigazione e Yannis Triphillis, membro del comitato esecutivo Hellenic Chamber of Shipping Lawyers e saranno assisitite dagli avvocati David Pitlarge di Hill Dickinson LLP e dall’ avvocato Francesco S. Lauro, Studio Legale Lauro

Link: http://www.pressmare.it/news/2016/10/26/shipping-and-the-law-il-mediterraneo-ospita-il-18-7-delle-crociere-del-mondo-4612

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THE MEDITELEGRAPH – Il Mediterraneo ospita più del 18% delle crociere mondiali

meditelegraph

 

Napoli – Settore crocieristico al centro dell’apertura della seconda giornata del convegno Shipping and the Law di Napoli.

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Napoli – L’impatto economico delle crociere in Europa è di 17 miliardi di euro, una cifra che vede la ricaduta maggiore sull’Italia, dove il peso del settore sul suo Pil tocca quota 4 miliardi di euro. Nel 2015 30 milioni di crocieristi hanno navigato nel Mediterraneo e di questi la quota più consistente, undici milioni, ha scelto di fare tappa in Italia. Sono questi alcuni dei dati emersi oggi nel corso della seconda e ultima giornata della VII edizione di Shipping and the Law, in corso a Napoli, organizzato dall’avvocato Francesco Saverio Lauro. In primo piano, nella sessione di apertura, c’è stato infatti il mercato crocieristico con la partecipazione delle tre maggiori compagnie che operano nel Mediterraneo: Msc, Costa e Royal Carribean. «Il Mediterraneo – ha spiegato Leonardo Massa, country manager per l’Italia di Msc – è l’area di core business per noi e infatti la nuova ammiraglia Msc Meraviglia viaggerà proprio qui dal giugno 2017 con le sue crociere di sette giorni. Siamo sempre attenti agli eventi geopolitici che spesso ci costringono a variare le rotte, ma siamo anche pronti ad accettare nuove sfide, come quella che dal 2017 ci porterà a Saranda, in Albania».

Tra i temi emersi anche la correlazione diretta, espressa attraverso i dati di Banca d’Italia, tra dotazione infrastrutturale degli scali e movimentazione dei passeggeri delle crociere, un tema che ha spostato il confronto anche sul porto di Napoli che nel 2017 dovrebbe perdere 300.000 crocieristi: «L’Italia – ha sottolineato infatti Karina Santini, manager per lo sviluppo dei porti del Med di Royal Carribean – è un asset strategico per la nostra compagnia, ma temiamo le dinamiche difficili della catena di soggetti coinvolti nei luoghi su cui investiamo. Nel Mediterraneo il settore cresce ma devono crescere anche le infrastrutture e i porti per poter accogliere i turisti, per questo abbiamo bisogno di un interlocutore valido e deciso che abbia iter sicuri, tempi certi». Un’esigenza a cui ha risposto Ivano Russo, del Ministero delle infrastrutture: «Con la riforma che stiamo attuando – ha spiegato – non avremo più 24 porti che vanno in giro per il mondo a presentare offerte risibili agli occhi dei grandi operatori internazionali di merci e passeggeri, ma potremo competere meglio in un quadro di coordinamento nazionale. Stiamo lavorando anche sulle infrastrutture, come a Palermo, dove dopo vent’anni abbiamo posto le precondizioni per costruire il terminal crociere, ma anche a Civitavecchia dove il mese prossimo partono i lavori per il nuovo terminal e lavoriamo anche per migliorare i porti di Livorno e La Spezia, senza dimenticare le nuove destinazioni: nel 2017 anche Taranto avrà i primi attracchi di crociere».

Una delle prospettive per Napoli potrebbe essere anche quella di «proseguire il lavoro iniziato alla fine degli anni ’90 – ha spiegato Francesco Saverio Lauro – quando da presidente dell’autorità portuale aprii la zona del Beverello alla città, aprimmo la darsena Borbonica e iniziammo i lavori sul molo San Vincenzo per creare un approdo per grandi yachts e piccole navi da crociera. Il lavoro che avviai doveva proseguire anche con le indicazioni di Stefano Boeri comprendeva anche attività ricreative e per il tempo libero che avrebbero vivacizzato l’area portuale turistico-passeggeri sita ad occidente del porto per 16 ore al giorno e che potrebbe essere ripreso perché lo scalo sia sempre più strettamente legato alla città». E la necessità di un rapporto più stretto con le città-scalo è stato sottolineato anche da Massimo Brancaleoni, vicepresidente di Costa Crociere: «La misura del valore dell’impatto delle crociere su un territorio non si misura solo in scali, ci sono margini enormi da sfruttare su quanto spendono i turisti una volta sbarcati. Per questo abbiamo sviluppato partenership come quella di Napoli con il Museo di Capodimonte. Napoli deve però ancora arricchire il bouquet delle esperienze da proporre ai crocieristi».

Sul tema, l’assessore al mare del Comune di Napoli Daniela Villani ha lanciato l’idea di «un tavolo tra l’amministrazione comunale e gli operatori delle crociere e gli altri attori coinvolti per un’offerta sempre migliore. Penso allo scalo come una prima vetrina di Napoli, coinvolgendo le nostre eccellenze come ad esempio gli artigiani di San Gregorio Armeno, sia alla stazione Marittima che ai vicini giardini di Molosiglio». E la necessità di un rapporto più stretto con le città-scalo è stato sottolineato anche da Massimo Brancaleoni, vicepresidente di Costa Crociere: «La misura del valore dell’impatto delle crociere su un territorio non si misura solo in scali, ci sono margini enormi da sfruttare su quanto spendono i turisti una volta sbarcati. Per questo abbiamo sviluppato partenership come quella di Napoli con il Museo di Capodimonte. Napoli deve però ancora arricchire il bouquet delle esperienze da proporre ai crocieristi».

La seconda giornata di Shipping and the Law ha poi preso in esame anche le trasformazioni tecnologiche in atto nel confronto su “Shipping e Big Data in the Era of Digitalization”, che ha trattato del crescente uso della gestione di dati digitali e analisi delle prestazioni a distanza, con particolare riferimento alla sicurezza informatica e alla proprietà dei dati nello shipping. Presieduta dall’esperto del settore Philippe Holthof e dal presidente di Atena-Associazione Italiana di Tecnica Navale Alberto Moroso, vedrà gli interventi di Carmelo Cartalemi, Senior Engine Portfolio Manager di Winterthur Gas & Diesel, e Mikael Sandberg, Wärtsilä Digitalization Team Member e, tra i panelist: il CEO LGR di Navigazione Leonardo Rondinella, il ceo di Perseveranza SpA di Navigazione Umberto D’Amato;Marcel van Haaren, Senior Sales Manager di Alfa Laval Exhaust Gas Cleaning; Luigi Abbruzzese, Innovation Manager IEMLab e Alessandro Pescetto, Sector Manager Marine Software Solutions and Ship Performance Monitoring di Rina SpA.

I lavori della mattinata sono terminati con la sessione “Looking to the Future”, presieduta dal presidente del Gruppo Giovani Armatori di Confitarma Andrea Garolla di Bard. Alla discussione sulle prospettive dello shipping e le sfide nel futuro per le nuove generazioni di armatorihanno partecipato: il decano degli armatori italiani Peppino D’Amato, presidente diPerseveranza SpA di Navigazione; Giacomo Gavarone, commercial manager di Rimorchiatori Riuniti S.p.A; Lorenzo Matacena di Caronte & Tourist; Yannis Triphillis. I lavori si concluderanno infine nel pomeriggio di mercoledì con una mock mediation e una mock arbitration, ovvero la simulazione di una mediazione e di un arbitrato marittimo, con un collegio arbitrale d’eccezione di cui faranno parte il presidente della Lmaa-London Maritime Arbitrators’ Association Clive Aston e il suo past president Christopher Moss e il noto solicitor londinese Peter Jago, partner MFB, mentre il ruolo di mediator sarà interpretato da Jonathan Lux, mediatore di Stone Chambers. Le parti saranno interpretate da Leonardo Rondinella, ceo di LGR di Navigazione e Yannis Triphillis, membro del comitato esecutivo Hellenic Chamber of Shipping Lawyers e saranno assisitite dagli avvocati David Pitlarge di Hill Dickinson LLP e dall’ avvocato Francesco S. Lauro, Studio Legale Lauro.

Link: http://www.themeditelegraph.com/it/shipping/cruise-and-ferries/2016/10/26/mediterraneo-ospita-piu-del-delle-crociere-mondiali-qio5PukzQC83EafNk8ggZL/index.html

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IL SOLE 24 ORE – Shipping and the law: a Napoli confronto internazionale su crociere ed economia del mare

Il Sole 24 Ore

 

Grand Tour -Il Sole 24 ore 26 ottobre 2016 – L’economia legata al mare ha un peso sempre più rilevante sull’economia del Paese e del Sud in particolare. L’Italia, dopo anni, sta varando una riforma del sistema portuale che dovrebbe rilanciare la competitività dell’offerta. A Napoli confronto internazionale in questi giorni tra operatori e Governo, nell’ambito di Shipping and the law. Emerse potenzialità e criticità di un sistema che deve ancora affrontare molti nodi importanti.

Di seguito le note della Dire su Shipping and the law.

 

(DIRE) Napoli, 26 ott. – L’impatto economico delle crociere in Europa e’ di 17 miliardi di euro, una cifra che vede la ricaduta maggiore sull’Italia, dove il peso del settore sul suo Pil tocca quota 4 miliardi di euro. Nel 2015 30 milioni di crocieristi hanno navigato nel Mediterraneo e di questi la quota piu’ consistente, undici milioni, ha scelto di fare tappa in Italia. Sono questi alcuni dei dati emersi oggi nel corso della seconda e ultima giornata della VII edizione di Shipping and the Law, in corso a Napoli, organizzato da Francesco Saverio Lauro.
In primo piano, nella sessione di apertura, c’e’ stato infatti il mercato crocieristico con la partecipazione delle tre maggiori compagnie che operano nel Mediterraneo: Msc, Costa e Royal Carribean. “Il Mediterraneo – ha spiegato Leonardo Massa, country manager per l’Italia di Msc – e’ l’area di core business per noi e infatti la nuova ammiraglia Msc Meraviglia viaggera’ proprio qui dal giugno 2017 con le sue crociere di sette giorni. Siamo sempre attenti agli eventi geopolitici che spesso ci costringono a variare le rotte, ma siamo anche pronti ad accettare nuove sfide, come quella che dal 2017 ci portera’ a Saranda, in Albania”. Tra i temi emersi anche la correlazione diretta, espressa attraverso i dati di Banca d’Italia, tra dotazione infrastrutturale degli scali e movimentazione dei passeggeri delle crociere, un tema che ha spostato il confronto anche sul porto di Napoli che nel 2017 dovrebbe perdere 300mila crocieristi: “L’Italia – ha sottolineato infatti Ana Karina Santini, manager per lo sviluppo dei porti del Med di Royal Carribean – è un asset strategico per la nostra compagnia, ma temiamo le dinamiche difficili della catena di soggetti coinvolti nei luoghi su cui investiamo. Nel Mediterraneo il settore cresce ma devono crescere anche le infrastrutture e i porti per poter accogliere i turisti, per questo abbiamo bisogno di un interlocutore valido e deciso che abbia iter sicuri, tempi certi”. Un’esigenza a cui ha risposto Ivano Russo, del ministero delle Infrastrutture: “Con la riforma che stiamo attuando – ha spiegato – non avremo piu’ 24 porti che vanno in giro per il mondo a presentare offerte risibili agli occhi dei grandi operatori internazionali di merci e passeggeri, ma potremo competere meglio in un quadro di coordinamento nazionale. Stiamo lavorando anche sulle infrastrutture, come a Palermo, dove dopo vent’anni abbiamo posto le precondizioni per costruire il terminal crociere, ma anche a Civitavecchia dove il mese prossimo partono i lavori per il nuovo terminal e lavoriamo anche per migliorare i porti di Livorno e La Spezia, senza dimenticare le nuove destinazioni: nel 2017 anche Taranto avrà i primi attracchi di crociere”.
Una delle prospettive per Napoli potrebbe essere anche quella di “proseguire il lavoro iniziato alla fine degli anni ’90 – ha spiegato Francesco Saverio Lauro – quando da presidente dell’autorita’ portuale aprii la zona del Beverello alla citta’, aprimmo la darsena Borbonica e iniziammo i lavori sul molo San Vincenzo per creare un approdo per grandi yachts e piccole navi da crociera. Il lavoro che avviai doveva proseguire anche con le indicazioni di Stefano Boeri comprendeva anche attivita’ ricreative e per il tempo libero che avrebbero vivacizzato l’area portuale turistico-passeggeri sita ad occidente del porto per 16 ore al giorno e che potrebbe essere ripreso perche’ lo scalo sia sempre piu’ strettamente legato alla citta’”.
E la necessita’ di un rapporto piu’ stretto con le citta’-scalo e’ stato sottolineato anche da Massimo Brancaleoni, vicepresidente di Costa Crociere: “La misura del valore dell’impatto delle crociere su un territorio non si misura solo in scali, ci sono margini enormi da sfruttare su quanto spendono i turisti una volta sbarcati. Per questo abbiamo sviluppato partenership come quella di Napoli con il Museo di Capodimonte. Napoli deve pero’ ancora arricchire il bouquet delle esperienze da proporre ai crocieristi”. Sul tema, l’assessore al mare del Comune di Napoli Daniela Villani ha lanciato l’idea di “un tavolo tra l’amministrazione comunale e gli operatori delle crociere e gli altri attori coinvolti per un’offerta sempre migliore. Penso allo scalo come una prima vetrina di Napoli, coinvolgendo le nostre eccellenze come ad esempio gli artigiani di San Gregorio Armeno, sia alla stazione Marittima che ai vicini giardini di Molosiglio”.
La seconda giornata di Shipping and the Law ha poi preso in esame anche le trasformazioni tecnologiche in atto nel confronto su “Shipping e Big Data in the Era of Digitalization”, che ha trattato del crescente uso della gestione di dati digitali e analisi delle prestazioni a distanza, con particolare riferimento alla sicurezza informatica e alla proprieta’ dei dati nello shipping. Presieduta dall’esperto del settore Philippe Holthof e dal presidente di ATENA-Associazione Italiana di Tecnica Navale Alberto Moroso, vedrà gli interventi di Carmelo Cartalemi, Senior Engine Portfolio Manager di Winterthur Gas & Diesel, e Mikael Sandberg, Wärtsilä Digitalization Team Member e, tra i panelist: il CEO LGR di Navigazione Leonardo Rondinella, il CEO di Perseveranza SpA di Navigazione Umberto D’Amato;Marcel van Haaren, Senior Sales Manager di Alfa Laval Exhaust Gas Cleaning; Luigi Abbruzzese, Innovation Manager IEMLab e Alessandro Pescetto, Sector Manager Marine Software Solutions and Ship Performance Monitoring di Rina SpA. I lavori della mattinata sono terminati con la sessione “Looking to the Future”, presieduta dal presidente del Gruppo Giovani Armatori di Confitarma Andrea Garolla di Bard. Alla discussione sulle prospettive dello shipping e le sfide nel futuro per le nuove generazioni di armatori hanno partecipato: il decano degli armatori italiani Peppino D’Amato, presidente diPerseveranza SpA di Navigazione; Giacomo Gavarone, commercial manager di Rimorchiatori Riuniti S.p.A; Lorenzo Matacena di Caronte & Tourist; Yannis Triphillis.
I lavori si concludono con una mock mediation e una mock arbitration, ovvero la simulazione di una mediazione e di un arbitrato marittimo, con un collegio arbitrale d’eccezione di cui faranno parte il presidente della LMAA-London Maritime Arbitrators’ Association Clive Aston e il suo past president Christopher Moss e il noto solicitor londinese Peter Jago, partner MFB, mentre il ruolo di mediator sara’ interpretato da Jonathan Lux, mediatore di Stone Chambers.
Le parti interpretate da Leonardo Rondinella, CEO di LGR di Navigazione e Yannis Triphillis, membro del comitato esecutivo Hellenic Chamber of Shipping Lawyers e saranno assisitite dagli avvocati David Pitlarge di Hill Dickinson LLP e dall’ avvocato Francesco S. Lauro, Studio Legale Lauro.

AGENPARL – Napoli: Partita oggi la Settima edizione di Shipping and the Law

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(AGENPARL) – Roma, 26 ott 2016 – Oltre 200 tra armatori, avvocati marittimisti, banchieri, gestori di fondi di investimento, broker e altri operatori del settore marittimo provenienti da tutto il mondo sono riuniti ieri all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli per la VII edizione di Shipping and the Law, l’appuntamento annuale organizzato dallo Studio Legale Lauro, che proseguirà anche nella giornata di oggi, mercoledì 26 ottobre.

L’iniziativa, ideata e organizzata da Francesco S. Lauro, avvocato marittimista, è divenuta un appuntamento atteso nel panorama internazionale del settore per fare il punto sullo stato dell’arte della navigazione e dell’armamento e per guardare alle prospettive in termini economici, normativi e tecnologici. “Quest’anno tratteremo – spiega Lauro – due nuovi temi: l’uso dei big data nello shipping e tenteremo di delineare uno stato dell’arte dei mercati petroliferi, con esperti e operatori provenienti da tutto il mondo. Inoltre ci sarà una simulazione di arbitrato e mediazione interpretata da alcuni tra i più famosi arbitri, avvocati e mediatori internazionali. Un altro obiettivo “collaterale” di Shipping and the Law è anche quello di mettere in luce per gli ospiti internazionali le parti più suggestive di Napoli: quest’anno è la volta del bellissimo complesso monastico di Suor Orsola Benincasa, oggi università, di cui grazie al rettore Lucio D’Alessandro la manifestazione è ospite, e della Certosa di San Martino, in cui si svolge la serata di gala”.

Tanti i partecipanti alla due giorni di conferenza: Emanuele Grimaldi, presidente di Confitarma e Esben Poulsson, presidente dell’Ics (International Chamber of Shipping). “Lo shipping – ha spiegato Poulsson – è un business globale e quindi per non creare svantaggi competitivi per gli armatori le regole devono essere il più possibile armonizzate a livello internazionale. L’Italia, da questo punto di vista, sconta delle regole specifiche che rendono per gli italiani più difficile la competizione”. Altro argomento di grande attualità affrontato oggi è quello delle emissioni di Co2, sulle quali, ha sottolineato Grimaldi: “Gli armatori sono gli imprenditori che hanno fatto di più per la riduzione delle emissioni di Co2. Basti pensare che il 90% di tutte le merci che si muovono nel mondo si muovono sulle navi tra container, bulker, tank, trasporti ro-ro, ma per emissioni di Co2 lo shipping pesa soltanto il 2,2%. Poi se nel mondo si decide di tassare le emissioni si faccia, ma questa tassazione deve avvenire per tutti i comparti del trasporto, non solamente per le navi”.

Tra gli altri ospiti intervenuti spiccano Efthimios Mitropoulos, segretario generale emerito dell’Imo (l’Organizzazione Marittima dell’Onu); Paolo d’Amico, presidente dell’omonimo gruppo (Grimaldi e D’Amico sono rispettivamente il primo e il secondo armatore italiano); Emanuele Lauro, CEO del gruppo Scorpio quotato a New York sul Nasdaq e Stefano Messina, CEO del Gruppo Messina. A loro si aggiungono l’Ammiraglio di Squadra Donato Marzano, Comandante in capo della squadra navale della Marina Militare italiana, e Juan Riva, CEO di Suardiaz Group e già presidente dell’ECSA (l’associazione europea delle organizzazioni armatoriali).

I LAVORI

Martedì 25 ottobre

La conferenza, che si è aperta con i saluti del rettore dell’Ateneo Suor Orsola Benincasa Lucio D’Alessandro e dall’assessore del Comune di Napoli Daniela Villani, è stata introdotta dalle relazioni d’apertura del segretario generale dell’International Chamber of Shipping (ICS) Esben Poulsson, del segretario emerito dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) Efthimios E. Mitropoulos e dell’Ammiraglio di Squadra Donato Marzano, comandante in capo della squadra navale della Marina Militare italiana.

La prima sessione, “Oil and Gas market trends”, si è focalizzata sulle prospettive macroeconomiche in relazione al mercato del petrolio e del gas e alle ripercussioni che esse avranno sullo shipping. Alla discussione hanno partecipato: Ugo Salerno, AD Rina SpA; Leo Drollas, già direttore del Center for Global Energy Studies fondato dallo sceicco Yamani;Amedeo Teti, direttore generale per la politica commerciale internazionale del Ministero dello Sviluppo Economico; l’esperto di mercati petroliferi Salvatore Carollo; Nicolò Sartori, Senior Research Fellow dell’Istituto Affari Internazionali e Francesco Bentivegna dello Studio Legale Lauro, già general counsel di ENI per il Kazakistan, che con Francesco S. Lauro ha moderato la sessione, cui è seguito un panel con: Paolo d’Amico, Emanuele Lauro, Stefano Messina e Juan Riva.

La seconda sessione dei lavori “Where is Shipping going?”, moderata da Francesco S. Lauro ed Efthimios Mitropoulos, ha visto gli interventi del CEO Ecospray Technologies Guido Ceccherelli e del Research Manager Banchero Costa & C. Enrico Paglia, da cui ha poi mosso i passi la tavola rotonda con Emanuele Grimaldi, Paolo d’Amico, Emanuele Lauro,Stefano Messina e Juan Riva.

Si è svolta poi nel primo pomeriggio una sessione su “Oil and Gas Transportation and the Environment”, moderata dal presidente e CEO di PL Ferrari & Co. Federico Deodato e dal CEO di CR MAG Mauro Iguera, che ha visto una relazione di Mans Jacobsson, storico direttore del fondo di compensazione per l’inquinamento petrolifero, sulla sentenza della suprema Corte di Cassazione spagnola nel caso dell’affondamento della petroliera Prestige. A seguire le relazioni di: Richard Janssen, direttore commerciale di SMIT Salvage; John Croucher, Head Off-Shore  Division di The Standard Club; Helle Hammer, managing director di Nordic Association of Marine Insurers e Tony Baker, Loss Prevention Director del club P&I North of England.

Nel confronto prettamente finanziario sul tema “What’s happened to my banker?”, moderato da Fabrizio Vettosi, direttore generale di VSL (Venice Shipping and Logistics SpA, primo fondo italiano dedicato esclusivamente allo shipping) e Arturo Capasso, professore dell’Università degli Studi del Sannio, armatori italiani e stranieri e rappresentanti del mondo finanziario hanno poi discusso del mutevole scenario della finanza marittima nel momento in cui le banche devono fronteggiare le sfide legate alla revisione di Basilea III e sul crescente ruolo dell’institutional debt e degli equity provider, accanto ai private debt fund, nell’individuazione di fonti alternative di capitali per gli investimenti nello shipping. Tra i partecipanti: i partner Deloitte Italia  Carlo Laganà e Giuseppe Ambrosio; Michele Autuori di Watson Farley & Williams; il direttore generale di PB Tankers Francesca Romana Barbaro; il managing partner del fondo di private debt RiverRock Roberto Ippolito; Mario Mattioli, presidente della commissione Education di Confitarma e chairman CA.FI.MA. Group; Andrea Pescatori, amministratore delegato di Ver Capital; Raffaele Rinaldi, responsabile dell’Ufficio Crediti ABI; Francesco Moneta, vicepresidente Lazard; Stefano Sostero, ADMuzinich & Co.; Pierluigi Zagari, direttore esecutivo della Floating NPL; Giuseppe Mauro Rizzo, managing director e CEO di Rizzo-Bottiglieri-De Carlini Armatori e l’armatore greco Yannis  Triphyllis.

Mercoledì 26 ottobre

La seconda giornata di lavori del 26 ottobre si è aperta con una sessione dedicata all’industria crocieristica, “Cruise Industry in the Med: Future Scenarios”. Il dibattito sarà moderato da Umberto Masucci, presidente di The International Propeller Clubs Italia e vedrà tra i partecipanti: Raphael von Heereman, segretario generale e CEO di Cruise Line International Association (CLIA) Europe; Maurizio Archetti, presidente di Ecospray Technologies; Massimo Brancaleoni, vice presidente senior di Costa Crociere; Leonardo Massa, Country Manager Director Italia di MSC Cruise; Karina Santini, Med Port Development manager della Royal Caribbean Cruises e Ivano Russo, dirigente del Gabinetto del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti.

Di seguto una sessione su “Shipping e Big Data in the Era of Digitalization”, che ha trattato del crescente uso della gestione di dati digitali e analisi delle prestazioni a distanza, con particolare riferimento alla sicurezza informatica e alla proprietà dei dati nello shipping. Presieduta dall’esperto del settore Philippe Holthof e dal presidente di ATENA-Associazione Italiana di Tecnica Navale Alberto Moroso, vedrà gli interventi di Carmelo Cartalemi, Senior Engine Portfolio Manager di Winterthur Gas & Diesel, e Mikael Sandberg,  Wärtsilä Digitalization Team Member e, tra i panelist: il CEO LGR di NavigazioneLeonardo Rondinella, il CEO di Perseveranza SpA di Navigazione Umberto D’Amato;Marcel van Haaren, Senior Sales Manager di Alfa Laval Exhaust Gas Cleaning; Luigi Abbruzzese, Innovation Manager IEMLab e Alessandro Pescetto, Sector Manager Marine Software Solutions and Ship Performance Monitoring di Rina SpA.

I lavori della mattinata termineranno con la sessione “Looking to the Future”, presieduta dal presidente del Gruppo Giovani Armatori di Confitarma Andrea Garolla di Bard. Alla discussione sulle prospettive dello shipping e le sfide nel futuro per le nuove generazioni di armatori parteciperanno: il decano degli armatori italiani Peppino D’Amato, presidente diPerseveranza SpA di Navigazione; Giacomo Gavarone, commercial manager di Rimorchiatori Riuniti S.p.A; Lorenzo Matacena di Caronte & Tourist; Yannis Triphillis.

I lavori si concluderanno infine nel pomeriggio di oggi con una mock mediation e una mock arbitration, ovvero la simulazione di una mediazione e di un arbitrato marittimo, con un collegio arbitrale d’eccezione di cui faranno parte il presidente della LMAA-London Maritime Arbitrators’ Association Clive Aston e il suo past president Christopher Moss e il noto solicitor londinese Peter Jago, partner MFB,  mentre il ruolo di mediator sarà interpretato da Jonathan Lux, mediatore di Stone Chambers. Le parti saranno interpretate da Leonardo Rondinella, CEO di LGR di Navigazione e Yannis Triphillis, membro del comitato esecutivo Hellenic Chamber of Shipping Lawyers e saranno assisitite dagli avvocati David Pitlarge di Hill Dickinson LLP e dall’ avvocato Francesco Lauro, Studio Legale Lauro.

Napoli, partita la settima edizione di Shipping and the Law: due giorni tra armatori, banchieri ed esperti di finanza

il-velino

L’iniziativa, ideata e organizzata da Francesco S. Lauro, è ormai appuntamento atteso nel panorama internazionale del settore

 

Napoli, 17:01 – 25 ottobre 2016 (AGV NEWS) – Oltre 200 tra armatori, avvocati marittimisti, banchieri, gestori di fondi di investimento, broker e altri operatori del settore marittimo provenienti da tutto il mondo sono da poggi riniti all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli per la VII edizione di Shipping and the Law, l’appuntamento annuale organizzato dallo Studio Legale Lauro, che proseguirà anche nella giornata di domani, mercoledì 26 ottobre- L’iniziativa, ideata e organizzata da Francesco S. Lauro, avvocato marittimista, è ormai diventato un appuntamento atteso nel panorama internazionale del settore per fare il punto sullo stato dell’arte della navigazione e dell’armamento e per guardare alle prospettive in termini economici, normativi e tecnologici. “Quest’anno tratteremo – spiega Lauro – due nuovi temi: l’uso dei big data nello shipping e tenteremo di delineare uno stato dell’arte dei mercati petroliferi, con esperti e operatori provenienti da tutto il mondo. Inoltre ci sarà una simulazione di arbitrato e mediazione interpretata da alcuni tra i più famosi arbitri, avvocati e mediatori internazionali. Un altro obiettivo “collaterale” di Shipping and the Law è anche quello di mettere in luce per gli ospiti internazionali le parti più suggestive di Napoli: quest’anno è la volta del bellissimo complesso monastico di Suor Orsola Benincasa, oggi università, di cui grazie al rettore Lucio D’Alessandro la manifestazione è ospite, e della Certosa di San Martino, in cui si svolge la serata di gala”. Tanti i partecipanti alla due giorni di conferenza: Emanuele Grimaldi, presidente di Confitarma e Esben Poulsson, presidente dell’Ics (International Chamber of Shipping). “Lo shipping – ha spiegato Poulsson – è un business globale e quindi per non creare svantaggi competitivi per gli armatori le regole devono essere il più possibile armonizzate a livello internazionale. L’Italia, da questo punto di vista, sconta delle regole specifiche che rendono per gli italiani più difficile la competizione”. Altro argomento di grande attualità affrontato oggi è quello delle emissioni di Co2, sulle quali, ha sottolineato Grimaldi: “Gli armatori sono gli imprenditori che hanno fatto di più per la riduzione delle emissioni di Co2. Basti pensare che il 90% di tutte le merci che si muovono nel mondo si muovono sulle navi tra container, bulker, tank, trasporti ro-ro, ma per emissioni di Co2 lo shipping pesa soltanto il 2,2%. Poi se nel mondo si decide di tassare le emissioni si faccia, ma questa tassazione deve avvenire per tutti i comparti del trasporto, non solamente per le navi”. Tra gli altri ospiti intervenuti spiccano Efthimios Mitropoulos, segretario generale emerito dell’Imo (l’Organizzazione Marittima dell’Onu); Paolo d’Amico, presidente dell’omonimo gruppo (Grimaldi e D’Amico sono rispettivamente il primo e il secondo armatore italiano); Emanuele Lauro, CEO del gruppo Scorpio quotato a New York sul Nasdaq e Stefano Messina, CEO del Gruppo Messina. A loro si aggiungono l’Ammiraglio di Squadra Donato Marzano, Comandante in capo della squadra navale della Marina Militare italiana, e Juan Riva, CEO di Suardiaz Group e già presidente dell’ECSA (l’associazione europea delle organizzazioni armatoriali).

Link: http://www.ilvelino.it/it/article/2016/10/25/napoli-partita-la-settima-edizione-di-shipping-and-the-law-due-giorni-/2bb34905-761e-4de6-a128-06be716f6dea/

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SHIP2SHORE – Lauro mette lo smoking allo shipping

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Settima edizione della ‘kermesse globale’ inventata dal vulcanico legale partenopeo con focus su oil & gas e record di ritardi

Napoli – Diavolo di un Avv. Lauro, che ogni volta riesce ad alzare l’asticella di un livello!

La settima conferenza Shipping & Law continua infatti a percorrere il sentiero del successo intrapreso fin dall’inizio di questo evento nel 2010, allora in punta di piedi, ma oggi capace di farsi largo tra gli appuntamenti di settore che contano.

Meglio ancora dell’affermato MareForum, persino più stimolante dell’assemblea annuale di Confitarma – e forse non è un caso che questa edizione 2016 sia stata ambiziosamente calendarizzata proprio il giorno successivo del conclave della confederazione armatoriale a Roma – tanto da richiamare la partecipazione di parecchi attori protagonisti dell’armamento (non solo italiano).

Sempre più importanti speakers e sempre più numerosi partecipanti hanno risposto positivamente all’appello del legale marittimista partenopeo, grande comunicatore e uomo di pubbliche relazioni che è stato in grado di creare from scratch una kermesse attesa come e forse di più di eventi istituzionali e appuntamenti storici dello shipping e dintorni.

Oltre 200 tra armatori, avvocati marittimisti, banchieri, gestori di fondi di investimento, broker e altri operatori del settore marittimo provenienti da tutto il mondo si sono inerpicati in collina all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli per l’appuntamento annuale organizzato dallo Studio Legale Lauro, articolato su due giornate.

Con la rara abilità di riuscire a stupire ogni anno i propri ospiti, scovando una location sempre diversa e inedita – quest’anno è toccato alla chiesa sconsacrata presso l’Università partenopea – Francesco Saverio Lauro mette insieme ‘sacro e profano’, radunando big players dello shipping nazionale e internazionale ma anche rappresentanti associativi e istituzionali al massimo livello.

Peccato che, come fatalmente accade, spesso la montagna partorisca il classico topolino e – come già constatato per precedenti edizioni, ma anche in congressi di analoga fattura – non sempre mettere in campo un ‘undici’ (con parecchie riserve invero) di fuoriclasse permette di vincere il campionato a mani basse, e ciò capita anche a livello di conferenze: troppa carne al fuoco può bruciacchiare se i tempi di cottura si allungano fatalmente perché il cuoco troppo pietoso non sa tirare il collo ai suoi oratori…dejà vu!

La due giorni di discussioni ad alto livello tra stakeholders del mercato marittimo aveva connotati ben definiti, come inteso dal suo inventore in apertura. “Quest’anno trattiamo nuovi temi: l’uso dei big data nello shipping, si tenta di delineare uno stato dell’arte dei mercati petroliferi, vi sarà una simulazione di arbitrato e mediazione interpretata da alcuni tra i più famosi arbitri, avvocati e mediatori internazionali” ha esordito Lauro, autentico innamorato della sua città, che infatti ha confessato: “Un altro obiettivo collaterale di Shipping & the Law è mettere in luce per gli ospiti le parti più suggestive di Napoli: quest’anno è la volta del bellissimo complesso monastico di Suor Orsola Benincasa, oggi adibito ad uso universitario, di cui grazie al rettore Lucio D’Alessandro la manifestazione è ospite; e della scenografica Certosa di San Martino, in cui si svolge la serata di gala”. Alla quale, per inciso, era prescritta la ‘famigerata’ (per molti astanti) black tie, quasi a rammentare lo stile british che l’avvocato napoletano – assiduo frequentatore professionale di Londra – cerca di importare anche in Italia, cominciando proprio dal fare indossare lo smoking ad armatori e non solo.

La conferenza è stata introdotta dalle relazioni d’apertura del segretario emerito dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) Efthimios E. Mitropoulos, il quale ha tracciato un dettagliato affresco dello shipping a metà del secondo decennio del XXI secolo, spaziando dalla questione dolorosa delle vittime della migrazione via mare dei paesi meno agiati alle questioni economiche che affliggono gli armatori oggigiorno.

Il segretario generale dell’International Chamber of Shipping (ICS) Esben Poulsson – che ha confessato candidamente di dover lasciare presto il consesso per essere atteso ad una cena regale con la Monarca di Danimarca… – ha estratto dallo statuto associativo quelle che sono le prerogative della divisione legale (molto impegnata di questi tempi di grande regolamentazione del settore marittimo) della federazione delle varie ‘Confitarma’ nazionali, fondata nel 1921. “Lo shipping è un business globale e quindi per non creare svantaggi competitivi per gli armatori le regole devono essere il più possibile armonizzate a livello internazionale. L’Italia, da questo punto di vista, sconta delle regole specifiche che rendono per gli italiani più difficile la competizione” ha spiegato Poulsson.

L’Ammiraglio di Squadra Donato Marzano, comandante in capo della squadra navale della Marina Militare italiana, ha trovato nel mare il ‘centro di gravità permanente’ dell’umanità: il 70% della superficie del globo è acquea, l’80% della popolazione vive in una fascia radiale a 200 km dalla costa e il 90% delle merci viene trasportato via mare, sicché non deve stupire il fatto che il commercio internazionale marittimo sia in costante e solida crescita.

Lo stuzzicante titolo della sessione “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” ha trovato un suo primo indizio nell’individuare nell’OPEC il bizzoso coniglio dell’economia mondiale, a parere di Ugo Salerno, il quale ha ricordato una citazione di Claudio De Scalzi (ENI) secondo cui tutto è cambiato nell’economia americana da quando è stato ‘scoperto’ lo shale gas come combustibile alternativo al tradizionale petrolio. Ma i paesi produttori sono andati avanti per la loro strada nel continuare ad estrarre l’oro nero, quasi in maniera imperterrita, sicuri del fatto loro, nella convinzione di poter mantenere le quote di mercato pompando sempre più petrolio.

Tuttavia il vero vincitore della partita energetica nel mix delle fonti di approvvigionamento mondiale – ha sottolineato il numero uno del RINA – sono le energie rinnovabili (derivanti dall’azione di vento e sole), capaci di crescere a ritmi imperiosi.

A queste parole, la prima reazione di Paolo d’Amico, past president di Confitarma, è stata quasi sardonica: “Dopo le previsioni fatte sul futuro delle fonti energetiche, forse dobbiamo cercarci un altro lavoro?”

L’armatore romano si è detto comunque pronto ad affrontare una rivoluzione come quella industriale occorsa nel XIX secolo che, logicamente, stando al passo dei nostri tempi, potrebbe essere molto più rapida e dai contenuti più drammatici.

La sessione “Oil and Gas market trends” – sagacemente moderata dal brillante avvocato Francesco Bentivegna, partner dello Studio Legale Lauro, già general counsel di ENI per il Kazakistan – si è focalizzata sulle prospettive macroeconomiche in relazione al mercato del petrolio e del gas e alle ripercussioni sullo shipping, coinvolgendo Leo Drollas, già direttore del Center for Global Energy Studies fondato dallo sceicco Yamani; Amedeo Teti, direttore generale per la politica commerciale internazionale del Ministero dello Sviluppo Economico; l’esperto di mercati petroliferi Salvatore Carollo; Nicolò Sartori, Senior Research Fellow dell’IAI Istituto Affari Internazionali.

Da un Lauro (l’avvocato) all’altro (l’armatore con base operative a Monaco): il CEO di Scorpio Tankers e Scorpio Bulkers, meno loquace del solito, ha confutato la correlazione diretta tra prezzi del bunker e ritorni per le compagnie di navigazione.

Dal suo canto Stefano Messina ha annotato come tipicamente il prezzo del barile abbia sempre influenzato il bilancio aziendale. “Alcuni anni fa abbiamo pianificato un grande investimento nella nostra flotta ro-ro seguendo l’onda del business oil & gas. Poi il mercato è cambiato e il 2015 è stato uno dei migliori bilanci d’esercizio per noi fino all’inizio del 2016 quando di nuovo lo scenario si è modificato; come si vede, siamo di fronte a un quadro molto dinamico e a volte imprevedibile, che sfugge alle pianificazioni troppo accurate” ha rilevato l’armatore genovese.

Dalla Lanterna al Vesuvio, Manuel Grimaldi preconizza che il prezzo del barile rimarrà sostanzialmente stabile, almeno per un paio di ragioni: in primis per l’impossibilità di produrre a costi ragionevoli lo shale gas e inoltre per la difficoltà da parte dell’industria a cambiare in grande numero i motori tradizionali in quelli elettrici. “Il vero problema nella produzione elettrica è l’accumulo dell’energia. Dunque non penso che il trasporto marittimo di prodotti petroliferi alla fine verrà ridotto in maniera drastica”.

Stabilendo probabilmente un nuovo primato assoluto – a livello di convegnistica internazionale – di ritardo sulla tabella di marcia, la sessione ‘mattutina’ dedicata all’argomento più stuzzicante “Dove sta andando l’armamento?” è in realtà iniziata a metà pomeriggio, ovvero con tre ore e mezza tonde di differimento, subito perdendo tre degli attesi panelists (Emanuele Lauro, Stefano Messina e Paolo d’Amico), loro malgrado ‘scappati’ in aeroporto.

“L’armamento? è andato a prendere l’aereo” è la battuta scontata che ha logicamente circolato in sala…

Rimasto quasi col cerino in mano, ma senza scoraggiarsi affatto, Grimaldi si è trovato a gestire, col collega ed ex socio Juan Riva (armatore di Suardiaz), la patata bollente di dare una risposta all’inquietante quesito. “Gli armatori sono gli imprenditori che hanno fatto di più per la riduzione delle emissioni di Co2. Malgrado il 90% di tutte le merci nel mondo si muovano sulle navi, per emissioni nocive lo shipping pesa solo il 2,2%. Poi se si decide di tassare le emissioni, si faccia pure, ma tale tassazione deve avvenire per tutti i comparti del trasporto, non solamente per le navi”.

Il numero uno del gruppo ro-ro leader mondiale ha così illustrato i progressi fatti dalle sue diverse flotte (Grimaldi Lines, Minoan, Finnlines, Malta Motorways of the Seas, ACL) sotto il profilo dell’adeguamento tecnologico alle nuove regolamentazioni entrate in vigore, peraltro concludendo con un non troppo rassicurante: “È difficile dire cosa potrà succedere allo shipping tra venti anni”.

Pragmaticamente il collega spagnolo – e anche lui, come l’attuale presidente di Confitarma, Past President dell’associazione europea degli armatori ECSA – ha sinteticamente detto che l’armamento riflette l’andamento generale dell’economia. “Ma lo shipping è capace di reagire in tempi rapidi e non si spaventa delle sfide che lo aspettano; noi armatori saremo perciò in grado di dare al mercato le risposte che si aspetta” ha detto Riva.

La seconda sessione dei lavori ha visto gli interventi del CEO di Ecospray Technologies Guido Ceccherelli e del Research Manager Banchero Costa & C. Enrico Paglia, prima di cedere il pallino a un panel incentrato su Oil and Gas Transportation and the Environment”, moderata dal CEO di Cambiaso Risso Mauro Iguera, con una relazione di Mans Jacobsson, storico direttore del fondo di compensazione per l’inquinamento petrolifero, sulla sentenza della suprema Corte di Cassazione spagnola nel caso dell’affondamento della petroliera Prestige. A seguire gli interventi di Richard Janssen, direttore commerciale di SMIT Salvage; John Croucher, Head Off-Shore Division di The Standard Club; Helle Hammer, managing director di Nordic Association of Marine Insurers e Tony Baker, Loss Prevention Director del club P&I North of England.

Nel confronto prettamente finanziario sul tema “Cosa è successo alla mia banca?”, moderato da Fabrizio Vettosi, direttore generale di VSL (Venice Shipping and Logistics SpA, primo fondo italiano dedicato esclusivamente allo shipping) e Arturo Capasso, professore dell’Università degli Studi del Sannio, armatori italiani e stranieri e rappresentanti del mondo finanziario hanno discusso del mutevole scenario della finanza marittima nel momento in cui le banche devono fronteggiare le sfide legate alla revisione di Basilea III e sul crescente ruolo dell’institutional debt e degli equity provider, accanto ai private debt fund, nell’individuazione di fonti alternative di capitali per gli investimenti nello shipping.

Tra i partecipanti i partner Deloitte Italia Carlo Laganà e Giuseppe Ambrosio; Michele Autuori di Watson Farley & Williams; il direttore generale di PB Tankers Francesca Romana Barbaro; il managing partner del fondo di private debt RiverRock Roberto Ippolito; Mario Mattioli, presidente della commissione Education di Confitarma e chairman CaFiMa;Andrea Pescatori, amministratore delegato di Ver Capital; Raffaele Rinaldi, responsabile Ufficio Crediti ABI; Francesco Moneta, vicepresidente Lazard; Stefano Sostero, ADMuzinich & Co.; Pierluigi Zagari, direttore esecutivo della Floating NPL; Giuseppe Mauro Rizzo, managing director e CEO di Rizzo-Bottiglieri-De Carlini Armatori e l’armatore greco Yannis Triphyllis.

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Big data nell’era della digitalizzazione, Wärtsilä allo Shipping and the Law

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Wärtsilä partecipa alla settima edizione dell’evento Shipping and the Law, manifestazione internazionale organizzata a Napoli tra oggi 25 e domani 26 ottobre e dedicata al rapporto tra mondo legislativo e armatoriale, con un intervento nella sessione ‘Trasporto e big data nell’era della digitalizzazione’ (in programma domani) a cura di Mikael Sandberg, General Manager del Digitalisation team di Wärtsilä.

La digitalizzazione e i suoi effetti rappresentano uno dei più importanti trend degli ultimi anni nell’industria dello shipping e comportano grandi opportunità ma, allo stesso tempo, anche nuove variabili da tenere in considerazione. L’Internet of Things in ambito navale – ovvero la connessione degli asset alla rete attraverso sensori e software, che li rendono tracciabili e gestibili da remoto – permette di raccogliere e monitorare i dati in tempo reale, per assicurare il pieno e continuo funzionamento delle macchine, aumentarne l’efficienza e massimizzarne la resa e disponibilità. Inoltre consente di risolvere problematiche tecniche sul campo in maniera rapida ed efficace, prevenendo l’insorgere di eventuali criticità maggiori grazie all’analisi dei dati tipici di macchina e ottimizzando le performance operative.

“L’industria sta cambiando radicalmente volto grazie alla digitalizzazione, è una rivoluzione massiccia che comporta innumerevoli benefici per gli armatori e l’intero comparto. Il valore potenziale annuo causato dall’applicazione dell’Internet of Things a una singola nave è compreso tra 1 e 1,5 milioni di dollari e deriva dalla combinazione di minori consumi, manutenzione e impatto ambientale. Proprio grazie a questa concreta ottimizzazione, si stima che il numero di navi connesse possa crescere di 3000-7000 unità per anno, con notevoli benefici in termini ambientali e di business” afferma Mikael Sandberg. “È importante però che la sicurezza informatica non venga sottovalutata e cresca di pari passo. Così come in altri ambiti, è necessario rendere disponibile un’infrastruttura tecnologica affidabile e capace di salvaguardare il comparto al fine di evitare eventuali minacce informatiche, in grado di causare problematiche rilevanti. Come annunciato dall’Imo lo scorso maggio, l’industria deve valutare seriamente questo rischio ed essere pronta a fronteggiare simili emergenze, non in futuro ma già adesso” conclude Sandberg.

Grazie all’acquisizione di Eniram e a diverse soluzioni proprietarie, Wärtsilä offre un range di servizi con l’obiettivo di gestire e analizzare in tempo reale i dati provenienti dalle navi e dalle piattaforme nel mondo, adottando al contempo gli standard più alti in termini di sicurezza.

Poulsson (Ics),Armatori italiani hanno svantaggi competitivi

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(ANSA) – NAPOLI, 25 OTT – “Lo shipping è un business globale e quindi per non creare svantaggi competitivi per gli armatori le regole devono essere il più possibile armonizzate a livello internazionale. L’Italia, da questo punto di vista, sconta delle regole specifiche che rendono per gli italiani più difficile la competizione”. E’ guardando ai problemi normativi del settore che Esben Poulsson, presidente dell’Imo (International Chamber of Shipping) ha aperto oggi a Napoli la VII edizione di Shipping and the Law, la due giorni sul commercio marittimo organizzato da Francesco Saverio Lauro. Poulsson ha affrontato alcuni degli argomenti al centro del dibattito internazionale del settore, a partire dai big data: “E’ un argomento recente ma di cui si parla molto – ha detto – certo, siamo ancora agli inizi e ci sono problemi irrisolti. Ci sono navi, ad esempio, con duemila sensori a bordo che raccolgono migliaia di dati ma oltre alla raccolta è importante capire come si potranno usare al meglio queste informazioni”. All’edizione 2016 di Shipping and the law, al Suor Orsola Benincasa, partecipano oltre 200 tra armatori, avvocati marittimisti, banchieri, gestori di fondi di investimento, broker e altri operatori del settore marittimo provenienti da tutto il mondo. “Napoli – spiega Francesco Saverio Lauro, avvocato marittimista ed ex presidente del Porto di Napoli – è da oggi capitale del mondo armatoriale italiano, dimostrando di poter essere anche capitale della cultura d’impresa”. (ANSA).

 

Link: http://www5.ansa.it/mare/notizie/rubriche/shippingecantieri/2016/10/25/poulsson-icsarmatori-italiani-hanno-svantaggi-competitivi_49a9e38b-f87d-4da1-b3ef-85e3e627b0e0.html